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domenica 15 dicembre 2013

Recensione libro: America's Civil War: The Operational Battlefield, 1861-1863

Visto che siamo in tema di guerra civile americana, ho letto di recente questo libro America's Civil War: The Operational Battlefield, 1861-1863 di Brian Holden Reid. L'autore è inglese ed è un'esperto di teoria militare, quindi ne fa un giudice piuttosto neutro sugli eventi americani di meta '800. Il libro è la prima parte di una coppia (il secondo sul 1864-65 deve ancora uscire), ed è incentrato non solo sulla parte strategica, operazionale e tattica ma anche sugli eventi politici connessi alle operazioni militari (come l'acceso dibattito se fosse lecito vivere "sul territorio" o sequestrare gli schiavi nelle zone conquistate). Ne esce un quadro bene diverso da quello che qualcuno che ha letto il libro di Luraghi si potrebbe aspettare. Al di là delle pecche o pregi dei singoli generali (la maggior parte di loro non ne esce bene, soprattutto tra i sudisti, più impegnati a salvaguardare il proprio onore di fronte ai colleghi che a vincere la guerra) emergono chiaramente le pecche strategiche e organizzative di entrambi gli eserciti, incentrati sul modello dell'US Army anteguerra, soprattutto la mancanza di uno stato maggiore funzionante ai livelli superiori alla brigata, che si traduceva in mancanza di coordinazione sul campo soprattutto in attacco, che portava a fallimenti anche in situazioni di vantaggio o all'incapacità di sfruttare operativamente i vantaggi tattici: questo fatto e non le armi da fuoco potenziate impedirono le vittorie decisive stile napoleonico di un esercito sull'altro. Direi che la parte imperdibile del libro sono appunto le descrizioni operazionali delle campagne e i giudizi severi ma giusti sulle performance dei generali (leggendo la descrizione di Chickamauga non si può fare a mano di ridere della figura di Polk, un vero coglione, e non quella specie di martire descritto da Luraghi).

Comunque non vedo l'ora che esca il secondo volume.