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venerdì 9 novembre 2012

Legioni romane quarta parte

Nel post dell'ultima volta non avevo accennato al fatto che accanto alle legioni imperiali operavano ormai su base fisse un numero superiori di Auxilia. Dapprima unità quasi irregolari di natura etnica, vennero con il tempo a formarsi come unità regolari con una base di arruolamento locale. Era essenzialmente di tre tipi: cohortes peditate (fanteria), cohortes equitate (unità miste di fanterie e cavalleria), alae (cavalleria). La dimensione standard era di circa 500 uomini, ma se ne formarono anche da 1000. Con la trasformazioni degli Auxilia in truppe regolari simili ai Legionari, le truppe specializzate o barbare furono arruolate in unità speciali di Auxilia o addirittura in formazioni irregolari: i Numeri.

Tornando alle Legioni esse diventarono con il procedere del II secolo, truppe sempre più locali, legate più al territorio dove stazionavano e poco propense ad operare lontano dalla provincia in cui erano stanziate, per cui sempre più spesso nel caso di campagne venivano distaccati reparti da una legione madre, invece che muovere l'intera unità. Questi reparti erano chiamati vexillationes e si aggregavano agli eserciti provinciali ai cui confini si svolgeva la campagna. Ormai 34 legioni proteggevano l'impero agli inizi del III secolo. Durante la cosiddetta "crisi del III secolo" quando guerre civili ed incursioni barbariche quasi posero fine all'Impero, la cavalleria accrebbe il proprio ruolo, non solo con l'incremento di Alae e Numeri, ma anche portando la cavalleria legionaria, abolita da Traiano 100 anni prima, a 700 membri. Gli imperatori, costretti a far fronte a numerose campagne, cercarono di formare degli eserciti campali stabili (o almeno essendo gli impegni bellici continui non avevano la possibilità di smobilitare), a scapito delle guarnigioni di frontiera, che si vedevano sottratte le truppe migliori.

Non abbiamo indizi di cambiamenti radicali nelle dimensioni e nella struttura delle legioni durante il III secolo; il cambiamento più evidente fu la scomparsa degli ufficiali di rango senatorio, il legato e il tribuno laticlavio. Il comando di ogni legione venne affidato all'ex prefetto dell'accampamento di rango equestre, ora chiamato prefectus legionis. Questo è un indizio che il perenne stato di guerra dell'epoca, non solo allontanava le famiglie senatorie che potevano svolgere una carriera parallela nelle più sicure magistrature civili, ma richiedeva una maggiore professionalizzazione degli uomini al comando, cosa che la classe equestre era in grado di garantire maggiormente.